“Scintilla” – acrilico e olio su pannello telato (50×40)

"Scintilla" - acrilico e olio su pannello telato (50x40)

 

Nel Re Lear, il tempestoso dramma, che è tutto una sequela di tradimenti orrendi, la bontà s’impersona, prende un nome, Cordelia; e brilla essa sola nella tempesta, ad essa sola si guarda, come in un cielo cupo all’unica stella che vi scintilla.

Benedetto Croce

Nell’analisi su Shakespeare portata mirabilmente avanti da Croce, v’è questo passo, in cui, il grande intellettuale, riferendosi a Cordelia, una delle figlie del Re, la paragona ad una stella, unico scintillio in un buio cielo.

Pensando a questa immagine retorica ed evocativa del filosofo abruzzese, ho trovato come un appiglio interpretativo per l’opera dell’artista Carolina Ferrara, che torna a Bologna, dopo quasi tre anni, in occasione della XVII Collettiva Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia Arte a Palazzo – Dialogo con I maestri del Novecento, dipinto che si intitola, per l’appunto, Scinnlla. Si tratta di un olio su tela del 2016 che raffigura una pensierosa donna, in un luogo non meglio definito ma alquanto Fatiscente

Questo lavoro si inserisce nel più vasto solco della ricerca che l’artista porta avanti: le sue sono narrazioni che derivano dall’interesse per l’umano vivere, per le emozioni, i sentimenti, le stone che animano i personaggi e che diventano i protagonisti dei suoi quadri. La realtà, attraverso lo sguardo dell’arte, si fa, per la Ferrara, una dimensione tendenzialmente poetica, in cui i corpi e le anime dei suoi soggetti sappiano andare oltre le apparenze, oltre il quotidiano ed oltre un universo sovrastrutturato da dinamiche obbligate.
In tale poesia, sosta, tuttavia, una sorta di aura fatta di mistero e di substrato narrativo. La descrizione delle ambientazioni, come nel caso di Scintilla, funge da valore scenografico, semioticamente ricco di significato: la donna, immersa e facente parte di questo luogo non definito, nella sintesi narrativa che lega i due aspetti, si proietta nel nostro spazio quale soggetto attoriale principale, dal quale, tuttavia, si evince una forte energia emotiva.

Se all’osservatore non è dato sapere cosa ex ante ed ex post riguarda ciò che ad Ella è accaduto, lasciando tutto in un limbo dubitativo e di incertezza, al contempo. tale stratagemma si propone di far si che lo spettatore si apra a voler intraprendere un più ficcante atto di scoprimento, che sappia cogliere aspetti più sottili, dinamiche che saranno da ricercare al di sotto della superficie.

Una superficie. peraltro, trattata secondo i dettami di un equilibrato uso della materia, una armonia delle nuances, in cui lo sfumato pone accento solo su alcuni dettagli, precisandone la determinanza simbolica. I toni che si ritrovano in Scintilla, sottolineano un’atmosfera brumosa che pur essendo palpitante e ricca di un suggestivo affiato, reca un qualcosa di freudianamente perturbante.
La fascinazione che ne deriva, giunge anche dal linguaggio scelto dalla pittrice; l’equilibrio formale e tonale, oltre che descrittivo, non eccede mai, è il silenzio di cui l’intera scena è pervasa a non necessitare d’altro di aggiuntivo. Istanze della psiche soggiogano persino il momento fruitivo, ed è allorquando ciò accade che la storta della protagonista accende -la scintilla- in grado di innescare un dialogo intellettuale tra la cosmogonia dipinta da Carolina Ferrara e il mondo reale.


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